domingo, 22 de noviembre de 2015

Parigi, Valeria è morta dissanguata tra le braccia del suo fidanzato

 Valeria Solesin è stata tra le prime vittime dell'attacco terroristico al Bataclan di Parigi. La giovane è stata colpita da una raffica di kalashnikov sparata dagli estremisti mentre era insieme con il fidanzato, Andrea Ravagnani, ed è morta dissanguata tra le braccia del ragazzo. E' quanto risulta dalla ricostruzione dei fatti fornita ai carabinieri di Venezia dal fidanzato e dagli amici della donna.
Andrea, la sorella Chiara e il fidanzato di lei, Stefano Peretti, come scrivono i quotidiani locali, non si erano in realtà mai separati da Valeria: Andrea ha tenuto sempre stretto a sè il corpo della fidanzata. 

Gli amici e il fidanzato si sono divisi da Valeria solo successivamente quando a due ore dall'irruzione degli estremisti, nel teatro sono arrivate le teste di cuoio francesi con i primi soccorsi. I tre giovani sono stati sentiti sabato, per la prima volta in Italia, dai carabinieri di Venezia su delega del procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito. 

La camera ardente al Comune di Venezia - La salma di Valeria è stata prima portata nella cella mortuaria dell'ospedale all'Angelo di Mestre e l'area è stata presidiata dalle forze dell'ordine. Poi, la camera ardente è stata allestita nella sede del Comune di Venezia, Ca' Farsetti, dopo un corteo sorvegliato dalla polizia locale.

sábado, 14 de noviembre de 2015

Parigi il giorno dopo gli attentati Perquisizioni e arresti a Bruxelles





Almeno 129 morti e 352 feriti negli attacchi del 13 novembre. Dispersa un'italiana. L'Isis: "E' solo l'inizio". Tre attentatori sono belgi. L'esercito dispiegato intorno alla capitale. Innalzata la sicurezza anche in Italia.

Sparatorie e sette esplosioni: almeno 129 persone sono rimaste vittime dei sei attentati che venerdì sera hanno colpito, per la seconda volta in un anno, il cuore di Parigi. Sono oltre 352 i feriti, 99 dei quali gravi. Per il presidente francese si tratta di un attacco "senza precedenti". L'Isis rivendica la strage. Per il Papa è un "atto disumano". Forte condanna dalla Lega Araba. In Francia è stato d'emergenza. L'esercito è intorno alla Capitale. Scoperta l'identità di tre attentatori, sarebbero belgi: perquisizioni e arresti a Bruxelles.

miércoles, 4 de noviembre de 2015

Delitto Elena Ceste, il marito Michele Buoninconti condannato a 30 anni

E' stato condannato a trent'anni di carcere Michele Buoninconti, il marito diElena Ceste, la donna trovata morta nell'ottobre del 2014 in un canale nelle campagne di Asti. L'uomo si era sempre dichiarato innocente, come ha ribadito anche in aula al tribunale della città piemontese, nell'udienza che si è chiusa con la sua condanna. Il giudici ha stabilito anche un risarcimento alla famiglia della vittima.
Il giudice ha anche assegnato un risarcimento di 300mila euro per ciascuno dei quattro figli, di 180mila euro per i genitori e la sorella, e di 50mila euro per il cognato.

Genitori: bene la sentenza ma delusione nel cuore - La famiglia di Elena Ceste "è contenta per la sentenza, ma ha la delusione nel cuore perchè la figlia è morta per mano di Michele". Lo riferiscono gli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia. "I genitori di Elena, Lucia e Franco, sono provati - aggiungono - hanno pianto sia per la figlia che per i quattro nipoti"
"Vittima di un errore giudiziario" - "Elena è morta per una tragica fatalità, sono vittima di un errore giudiziario. Sono innocente", aveva detto in precedenza Buoninconti, leggendo anche un passo della Bibbia, la storia di Susanna dell'Antico Testamento, e commuovendosi quando ha ricordato i figli. 
"Mia moglie non è stata uccisa" - "Signor Giudice, io mi trovo davanti a lei senza un motivo vero, non c'è alcuna certezza che mia moglie sia stata uccisa e la procura non può provarlo, né ora, né mai, semplicemente perché non è accaduto". "Ci vogliono le prove per condannare un uomo - ha aggiunto leggendo un testo di cinque pagine - e la procura non le ha perché non esistono, non si può trasformare a piacimento un innocente in un colpevole, tra l'altro, di un omicidio che non c'è stato".
"La mia vita è ormai un libro aperto e non c'è nulla di cui io non vada orgoglioso, ho solo il rimorso di non aver capito l'entità del disagio psichico di mia moglie quella notte e di non aver chiamato un medico". "Non ho creduto ai suoi tradimenti ed ho ancora difficoltà a crederci - ha aggiunto - ritengo che Elena abbia piuttosto frequentato soggetti che si sono approfittati di lei in un momento di debolezza e quando si sono accorti delle sue difficoltà hanno taciuto".